I luoghi che visitiamo, per piacere o per necessità, possono a volte diventare “luoghi dell’anima” o addirittura un vero e proprio “stato mentale”, a tal punto da spingerci ad abbandonare la nostra quotidianità e la nostra terra di provenienza, per trasferirci altrove. Lì dove quell’”altrove” spesso coincide con il nostro modo di sentire e vivere l’esistenza.
Oggi desideriamo raccontarvi la storia di Samuele e Rebecca,
una coppia che con la propria famiglia ha deciso di cambiare vita, abbandonando il luminoso Salento per trasferirsi in un luogo che definire “più assolato” sarebbe un semplice eufemismo.
Tutto è cominciato nel 2015, quando Samuele, consulente ed esperto nel risanamento aziendale, ha ricevuto da un’azienda internazionale l’incarico di creare un fondo per le energie rinnovabili, cui far aderire alcune imprese degli Emirati Arabi.
Il dilemma non facile che gli si poneva dinanzi era tra il lasciare i suoi familiari in Italia (per tornarvi periodicamente) e l’abbandonare due avviati e rinomati studi di consulenza, a Lecce e a Milano, traslocando definitivamente a Dubai con moglie e figli.
Un’alternativa estrema, come potrete comprendere, che avrebbe richiesto grande riflessione, il coinvolgimento di tutto il nucleo familiare e qualche viaggio da semplici turisti per sondare l’ambiente. Dapprima con Rebecca, insegnante elementare con una classe in corso di studi e poca dimestichezza con la lingua inglese, che dopo aver visitato per la prima volta la città non ha avuto alcun dubbio… trasferirsi! Del resto, come resistere alla seduzione del Golfo Persico e di una metropoli dallo skyline futuristico? O al contrasto tra le moschee e suk gremiti di gente nella città antica, lungo le sponde del Creek, e l’opulenza di hotel e negozi di lusso della parte moderna?
Quanto ai figli, i maggiori, Enrico e Angela, avevano già il loro percorso di studi universitari da seguire a Milano e Madrid e una certa indipendenza, mentre Emanuele e Claudia, scuola media e superiore, avrebbero dovuto ricominciare altrove, creandosi nuove amicizie e inserendosi in un altro istituto scolastico, con un percorso di studi già avviato, nuove materie da affrontare e una diversa lingua con cui relazionarsi ai compagni. Chissà se avrebbero mai accettato.
Ed ecco che un secondo tour con loro è stato illuminante. I due ragazzi sono subito rimasti conquistati dal Mall, il centro commerciale più vasto del mondo, che oltre a 1200 negozi contiene anche un acquario e uno zoo sottomarino, il multisala “Reel” con 22 sale cinematografiche e il “SEGA Republic”, con i suoi 150 giochi. Nei pressi il Burj Khalifa, il grattacielo più alto al mondo.
Così, dal viaggio esplorativo al trasferirsi definitivamente il passo è stato breve e accolto con enorme entusiasmo da tutti. Certo, per Rebecca non è stato facile trovare un lavoro senza conoscere bene la lingua inglese, ma pian piano, grazie anche all’aiuto di altri connazionali presenti lì, ha iniziato a integrarsi, sino a diventare insegnante volontaria d’italiano e a dedicarsi persino alla sua passione per la pittura. La cosa che più ha colpito tutti loro sin dall’inizio, è stata la cortesia degli abitanti arabi, una minoranza in realtà, i quali apprezzano molto che si cerchi di apprendere qualche parola nella loro lingua o qualche tradizione locale, nonostante la città sia estremamente occidentale anche negli usi e costumi.
Oltre al moderno stile di vita, verso cui Samuele era orientato già da tempo, ciò che ha sorpreso il capofamiglia è stata anche l’organizzazione e l’amministrazione di una città che, nonostante sia così vasta, appare estremamente pulita e sicura, con un tasso di criminalità prossimo allo zero. Certo, Dubai non è solo l’opulenza della parte moderna, inoltre è strano, al di fuori dei suoi confini, trovare solo mare o deserto e sentirsi sperduti in mezzo al nulla, ma al tempo stesso ciò aumenta la suggestione e il senso d’infinito di questi luoghi.
Cambiare città, o in questo caso cambiare “mondo”, è stato a loro dire davvero illuminante. Il confronto con delle nuove culture (vi convive un centinaio di diverse nazionalità) e il rimettersi in gioco, soprattutto per Rebecca e i ragazzi, è stato un grande esercizio di apertura mentale e una sfida dei propri limiti, che a qualunque età e con la comodità delle proprie abitudini non è sempre facile da vincere. Insomma, Dubai è una città sfavillante che irretisce e inebria, ma forse non è per tutti, bisogna esserne predisposti e avere sempre attenzione a restare con i piedi per terra, senza lasciarsi deviare dalle infinte possibilità a portata di mano. In ogni caso, decidere all’improvviso di tuffarsi in una nuova vita è un’opportunità strepitosa … e loro di certo non se la sono lasciata sfuggire.