Ancora una volta un viaggio che ha cambiato il corso di una vita. Vi raccontiamo la storia di un divo della musica pop, Jean-Michel Byron, che dalla patria degli Universal Studios, delle lunghe spiagge sul Pacifico, del fulgore di Hollywood con le eleganti ville e la “Walk of fame”, si è lasciato conquistare dalle acque adamantine dello Ionio con le villette incastonate sulle scogliere, dal verde smeraldino delle campagne e dai resti delle civiltà messapiche.
Cosa lega le spiagge di tendenza a Cape Town con quelle affollate del Salento? Forse la sabbia sottile e quasi bianca, il colore cristallino delle acque, i tramonti rosso brace che infuocano il cielo, i surf e i kite che giocano con le onde e sfiorano le nuvole. O forse semplicemente una nota canzone: “Africa”.
È così che dalla città di Los Angeles, un uomo di origini sudafricane, chiamato Jean-Michel Byron, si è ritrovato nella regione spesso definita “l’Africa d’Italia”, probabilmente per molti suoi paesaggi ancora incorrotti, o magari per il caldo torrido; la Puglia, o meglio, una parte specifica di essa, il Salento.
Il nome di Jean-Michel non dirà qualcosa proprio a tutti, soprattutto ai più giovani, ma è stato la voce di un gruppo musicale pop molto famoso tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80, in particolare per alcuni singoli di successo, come “Rosanna”, il già citato “Africa”, “I wan’t hold you back”, “Pamela”, “Hold the line” e la ballad di maggior successo della band TOTO “Out of love” a firma di Jean-Michel che è entrato nella formazione solo negli anni ’90, in un momento di rinnovamento del gruppo e ha poi prestato il suo splendido canto a collaborazioni con altri illustri colleghi, tra cui Scorpions, Dionne Warwick, Van Morrison, fino a continuare come solista sino ai giorni nostri.
Accade, quindi, che Jean-Michel, trovandosi nel Salento in tournée, s’innamori subito di questa penisola assolata e ospitale, ma è solo un incontro fugace, come una passione estiva intensa che brucia in fretta; tuttavia, nel 2015, Ivan Margari, musicista del luogo con cui stringe amicizia, lo invita come ospite in un suo concerto e da lì l’amore per la regione del sole e del vento si rafforza, fino a diventare un vero e proprio idillio. Il cantante americano decide così di prendere casa in un piccolo borgo di poco più di 5000 abitanti, noto per il suo vino, le produzioni olearie, ma soprattutto per i resti della civiltà messapica: Alezio, cittadina divenuta possedimento dei Romani nel V secolo con il nome di “Aletium” e distrutta dai Saraceni intorno all’anno Mille.
Con il santuario di Santa Maria della Lizza (di epoca Normanno-Sveva), il Museo Civico Messapico di “Palazzo Tafuri”, il Parco archeologico e il Museo delle Confraternite, Alezio deve aver proprio conquistato il cuore del musicista. Come del resto gli altri borghi dell’entroterra e limitrofi, tra cui Gallipoli, “Perla dello Ionio” col suo mare ceruleo e l’inconfondibile fontana greco-romana; Otranto, con il faro più a oriente d’Italia da cui assistere allo spettacolo della prima alba dello stivale; o la città di Lecce con il suo inimitabile barocco.
E che dire dei piatti della tradizione contadina, dalla frisella al pomodoro al purè di fave e cicorie, alle melanzane ripiene, la scapece, fino al dolce pasticciotto salentino?
Sarà per tutti questi motivi che Jean-Michel Byron ha deciso di fare di questo luogo un po’ magico, popolato da tesori nascosti dai monaci basiliani e protetto da spiritelli dispettosi chiamati “scazzamurreddhi”, il suo ritiro prediletto, alternando i soggiorni nell’immensa e caotica “Città degli Angeli” a quelli nella silenziosa e pacata Alezio, incidendo i suoi brani presso lo studio di registrazione e etichetta discografica “Il paese dei balocchi records”. Da qui ha avviato una vera e propria rinascita artistica, dopo una pausa durata circa otto anni, ripartendo da solista con un album contenente anche alcune tracce nate nella sua patria d’adozione, o a essa dedicate, come “Santa Lucia”, “Better off without you” e “Salento”.